Il commento di Gemma al mio precedente post mi ha fatto pensare ad uno scritto riportato in un prologo di un libro, letto qualche anno fa. Proprio in quel periodo iniziavo, o meglio ritornavo, a percorrere il sentiero di un viaggio alla ricerca di una completezza vissuta nel cercare di comprendere il significato di ciò che osservo e di ciò che “sento”, scavando il più possibile in profondità. Cerco di non farlo solo a livello mentale, ma di sperimentare attraverso il fare e “fare ora”, accettando i rischi che scaturiscono da tale comportamento.
Non ricordavo però dove fosse quello scritto, allora non avevo ancora l’abitudine di annotarlo sul mio taccuino. Ma ho avuto la riprova che il nostro inconscio è il tramite per chiedere le nostre cose all’Universo. Proprio questa mattina stavo cercando tra i miei libri alcune informazioni ed eccolo apparire, magicamente.
Lo riporto per te “ragazzaccia” e per tutti quelli che non si scoraggiano nel cercare di progredire nella scoperta di se stessi ponendosi domande a volte “scomode” e che, soprattutto, sanno ascoltare e attribuire un valore alle proprie risposte, qualunque esse siano.
NOI SIAMO DA SEMPRE UNA COSA SOLA
Proveniamo dall’oceano infinito dell’universo.
Ci siamo manifestati a milioni e miliardi dall’unità infinita.
Ci siamo realizzati come esseri umani in questo tempo e su questo pianeta.
Accarezziamo un sogno che non ha fine e viviamo gli effimeri corsi e ricorsi
Che si avvicendano su questa Terra.
La nostra vita è finita, ma il nostro sogno è infinito.
Noi sperimentiamo ininterrottamente il giorno e la notte, salute e malattia, felicità e infelicità, gioia e tristezza, ascesa e caduta;
Tuttavia il nostro sogno non muta, la nostra origine universale è senza fine.
Dividiamo le nostre esperienze mentre siamo su questo pianeta.
Mentre ritorniamo all’universo infinito diciamo:
Nell’oceano infinito noi siamo da sempre una cosa sola,
Incontriamoci di nuovo mentre ci manifestiamo in
Questo mondo relativo.
Michio Kushi
Marzo 1978
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