L’interpretazione dei fatti nella semplice sequenza causa-effeto, talvolta ci priva di una grande possibilità di crescita. “Quella persona mi ha detto questa cosa, per cui starà pensando che…” oppure, “si è comportato in questo modo, significa che…” sono esempi di associazioni frettolose a volte dense di preconcetti, pregiudizi, finanche preoccupazioni.

Non dico che non bisogna cercare il senso di un’azione, di un fatto che ci accade, di un momento vissuto, tutt’altro!
Occorre forse aprire ancora di più la mente e in una prima fase semplicemente sospendere il giudizio, senza pensare che quella determinata cosa sia così come appare.
Non interpretare, non aspettarsi nulla, e scoprire all’improvviso che ogni cosa può essere carica di meraviglia. Ma attenzione, non ci sono scorciatoie, il viaggio è lungo… dura tutta una vita.
UNA STORIA, NIENT'ALTRO...
Un uomo aveva un bellissimo cavallo, era così raro che perfino gli imperatori gli avevano chiesto di comprarlo - a qualsiasi prezzo - ma lui aveva rifiutato. Poi un mattino, l’uomo scoprì che gli era stato rubato.
L’intero villaggio accorse per consolarlo: “Che sfortuna! Avresti potuto ricavarne ricchezze, ma tu sei stato testardo e stupido. E ora il cavallo ti è stato rubato”.
Ma il vecchio rise e disse: “Non dite assurdità! Dite solo che il cavallo non è più nella stalla. Lasciamo che sia il futuro a decidere… stiamo a vedere!”.
E accadde: quindici giorni dopo il cavallo tornò, e non era solo, portò con sé una dozzina di cavalli selvaggi. Di nuovo il villaggio si riunì e tutti commentarono: “Il vecchio aveva ragione! Il cavallo è tornato insieme a dodici altri, tutti bellissimi. Ora potrà guadagnare una fortuna!” Tornarono dal vecchio e dissero: “Scusaci. Non siamo in grado di prevedere il futuro e le vie del Signore, ma tu sei incredibile! Sapevi cosa sarebbe accaduto; devi avere intuizioni sul futuro”.
Lui rispose: “Assurdità!” Tutto ciò che so è che adesso il cavallo è tornato con altri dodici stalloni. Nessuno può sapere ciò che accadrà domani”.
E il giorno successivo accadde questo: l’unico figlio di quel vecchio contadino, tentando di domare uno dei nuovi stalloni cadde malamente e si ruppe le gambe. Ancora una volta l’intero villaggio accorse e commentò: “Non si può mai dire. Avevi ragione; si è rivelata una vera maledizione. Forse era meglio che quel cavallo non tornasse. Adesso tuo figlio rimarrà storpio per tuta la vita”.
Il vecchio disse: “non saltate a conclusioni! Aspettiamo e vediamo cosa accadrà. Dite solo che mio figlio si è rotto le gambe, tutto qui”.
Quindici giorni dopo accadde che tutti i giovani del villaggio venissero arruolati a forza dallo stato, perché il paese era sceso in guerra. Solo il figlio del vecchio fu risparmiato, perché inutile.
Tutti si riunirono e dissero: “I nostri figli sono perduti! Per lo meno il tuo è rimasto. Storpio, ma vivo!
I nostri figli sono in guerra e il nemico è molto forte; di certo verranno uccisi. Nella nostra vecchiaia non avremo nessuno che si prenda cura di noi, tu perlomeno hai un figlio, e forse guarirà”.
Ma il vecchio disse: “ Dite solo questo: i vostri figli sono stati arruolati dallo stato,
il mio è stato risparmiato, ma non tirate conclusioni”.
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